Il report Ciro sulle energie rinnovabili e performance climatiche della regione.
Il Friuli Venezia Giulia guida la transizione ecologica in Italia, ma paga un prezzo sempre più alto in termini di vulnerabilità climatica: secondo il nuovo rapporto CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns), realizzato da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, la regione ha triplicato la nuova capacità installata di energie rinnovabili per chilometro quadrato rispetto alla precedente rilevazione: un +300% che la colloca ai vertici nazionali, ben oltre la media italiana.
Ma se da un lato l’energia green avanza veloce, dall’altro cresce anche l’allarme per i cambiamenti climatici: nel 2023 il Friuli ha registrato il più alto numero di eventi meteo estremi per superficie in Italia, con 50 eventi ogni 1000 km². Un dato che mostra come l’impatto del riscaldamento globale sia già tangibile, anche nei territori più virtuosi.
Cresce la quota di rinnovabili e il contributo alla decarbonizzazione
Il report CIRO fotografa un Friuli dinamico e innovativo: la quota di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto il 22% del consumo totale, superando la media nazionale del 19%. La regione si distingue anche per gli alti livelli di assorbimento naturale della CO₂, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni italiane.
Buoni risultati anche sul fronte dell’efficienza energetica degli edifici, con consumi medi di 219 kWh/mq e una quota dell’11% in classe A. Nel settore dei trasporti, si registra un buon utilizzo del trasporto pubblico, sebbene le emissioni pro-capite restino sopra la media.
Scoccimarro: “Sostenibilità non è uno slogan, ma un percorso concreto”
“Il Friuli Venezia Giulia è assoluto protagonista nella transizione ecologica italiana: il terzo posto nazionale per potenza green installata per chilometro quadrato ci rende orgogliosi e conferma che la nostra visione sostenibile è vincente”, ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro.
“Questo andamento positivo non è un punto d’arrivo – ha aggiunto – ma un incentivo ad agire con ancora maggiore determinazione. Cittadini, imprese e istituzioni stanno dimostrando una straordinaria capacità di innovazione e responsabilità. Continueremo a sostenere questi sforzi con strumenti mirati per l’efficienza energetica, la produzione da fonti rinnovabili e la qualità dell’aria”.
Scoccimarro ha anche ricordato come la Regione sia stata la prima in Italia a istituire una delega specifica allo sviluppo sostenibile e ad approvare una norma sulle aree idonee per gli impianti green “non impugnata a livello nazionale”. E ha concluso: “Con la legge FVGreen puntiamo a uscire dalle fonti fossili entro il 2045, cinque anni prima del Green Deal europeo. Sostenibilità per noi significa un equilibrio concreto tra ambiente, salute, lavoro e industria”.
Il rovescio della medaglia: più eventi estremi e fragilità del territorio
Nonostante i progressi, il Friuli resta tra le regioni più esposte ai cambiamenti climatici. Nel 2023 ha sperimentato il numero più alto di eventi meteoclimatici estremi in rapporto alla superficie. Altri indicatori critici riguardano le emissioni pro-capite, ancora elevate, e la dipendenza dal gas naturale, che copre oltre la metà del fabbisogno energetico regionale. Presenti anche quote di carbone nel mix energetico (7%).
“Monitorare e migliorare le performance climatiche delle regioni è fondamentale per accelerare la transizione ecologica dell’Italia – ha sottolineato Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate -. Con CIRO vogliamo valorizzare le eccellenze territoriali e fornire strumenti concreti per la pianificazione delle politiche ambientali regionali”.